Auditorium “66 Martiri”.
La Compagnia “Teatro Instabile 66” mette in scena Peter Pan.
La Compagnia “Teatro Instabile 66” mette in scena Peter Pan.
“Cosa c’è di nuovo in uno spettacolo rappresentato centinaia di volte dopo che J.M. Barrie lo ha scritto nel 1902?” direte voi…
La presentazione al pubblico da parte della Prof.ssa Di Vincenzo lascia presagire che tutto stasera sarà nuovo e rivisitato.
Le sue parole risuonano nel silenzio più assoluto nell’Auditorium straripante di persone .
"Fare teatro è estremamente faticoso e complesso, ma appagante per chi sperimenta e scopre parti di sé che non immaginava neanche di possedere.
Il teatro ci insegna cosa voglia dire educare. Educare sembra un atto di coraggio in questo tempo: molti adulti, anche quelli impegnati nell’educazione, sono un po’ sospesi tra il parco giochi, cioè il divertimento, e l’esercizio della fatica.
La scuola non è un luna park, perché la scuola insegna la disciplina.
La riflessione si fa urgente sia in funzione delle nostre vite private sia perché entrano in gioco interessi collettivi. Di questi tempi parlare di disciplina sembra anacronistico!
La disciplina non è una brutta parola da cui rifuggire perché la disciplina ci serve per stare al mondo, ci insegna a vivere e a diventare responsabili. E’ possibile, attraverso la disciplina esercitarsi al “ coraggio, all’altruismo e alla fantasia” come in una canzone di De Gregori.
Oggi la scuola e l’educazione hanno un ruolo molto importante perché ci aiutano a porre argine alla volgarità imperante anche all’interno della scuola stessa.
Il problema dell’autismo corale in cui confiniamo i nostri ragazzi che sono sempre dietro a un pc è evidente quando poi i ragazzi frequentano un laboratorio di teatro e scoprono di avere un corpo…l’assenza del corpo è un problema ed è evidente quando si devono realizzare coreografie o fare esercizio di espressività.
Fare “buona educazione” implica scoprire l’imbroglio della modernità che ci vuole tutti prototipi e prodotti del mercato. Il teatro non è una vetrina, non è un prodotto della modernità perché è ricco di imperfezioni così come lo è chi educa e vive costantemente nell’imperfezione pur sognandola, ma essendo consapevole che si educa nell’imperfezione.
Quest’anno, durante un esercizio di ammirazione fatto in classe, in cui si prova a esercitare lo sguardo sul mondo, un alunno ha detto che la sua ammirazione era per una cosa vista mentre andava a scuola con il papà: i cristalli di ghiaccio che si erano formati sul parabrezza dell’auto. Quei cristalli erano perfetti…da qui la considerazione che tutto è nato per essere bellissimo"
Oggi la scuola e l’educazione hanno un ruolo molto importante perché ci aiutano a porre argine alla volgarità imperante anche all’interno della scuola stessa.
Il problema dell’autismo corale in cui confiniamo i nostri ragazzi che sono sempre dietro a un pc è evidente quando poi i ragazzi frequentano un laboratorio di teatro e scoprono di avere un corpo…l’assenza del corpo è un problema ed è evidente quando si devono realizzare coreografie o fare esercizio di espressività.
Fare “buona educazione” implica scoprire l’imbroglio della modernità che ci vuole tutti prototipi e prodotti del mercato. Il teatro non è una vetrina, non è un prodotto della modernità perché è ricco di imperfezioni così come lo è chi educa e vive costantemente nell’imperfezione pur sognandola, ma essendo consapevole che si educa nell’imperfezione.
Quest’anno, durante un esercizio di ammirazione fatto in classe, in cui si prova a esercitare lo sguardo sul mondo, un alunno ha detto che la sua ammirazione era per una cosa vista mentre andava a scuola con il papà: i cristalli di ghiaccio che si erano formati sul parabrezza dell’auto. Quei cristalli erano perfetti…da qui la considerazione che tutto è nato per essere bellissimo"
La visione della rappresentazione è raggiungibile attraverso il link seguente: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1808733279172535&id=1403914566321077
A conclusione dello spettacolo c’è stata ancora una magia, forse opera della “polvere di fata” tanto usata dalla piccola Trilly sulla scena! La prof.ssa Vannoni ha chiamato sul palco tutti i ragazzi che hanno fatto parte del GRUPPO NOI. Marco Pagano, uno degli operatori del progetto, ha illustrato alla platea le finalità di questa iniziativa e ha sottolineato il ruolo attivo dei ragazzi: la volontà di eleggere rappresentanti di classe, colorare le colonne della scuola, abbellire il giardino e le aiuole antistanti l’ingresso. La scuola diventa dunque comunità viva e pulsante grazie al desiderio dei ragazzi di migliorarla e di renderla proprio come piace a loro. Sul palco anche i ragazzi che si sono distinti nello sport (squadra di calcio a 5 femminile, giochi sportivi studenteschi) e quelli che si sono distinti tra i banchi di scuola mettendo a disposizione dei compagni di classe le loro competenze grazie ad un progetto finanziato da “La Stampa- Lo specchio dei tempi” e seguito dalla Prof.ssa Casciani.
Prof.sse Freguglia, Di Vincenzo, Ferraris |
La serata è stata un susseguirsi di emozioni. La magia del teatro ci ha guidato tra la bellezza di un percorso culminato con tantissimi ragazzi sul palco, applauditi dai loro compagni e dai loro insegnanti.
“Continuate così” ha detto la prof.ssa Vannoni guardando negli occhi i ragazzi che tra qualche giorno affronteranno gli esami di terza media e che sono proiettati verso la scuola superiore.
“Continuate così”, aggiungiamo noi, "a esercitare lo sguardo sul mondo, a sognare, a cercare la bellezza in un cristallo di ghiaccio, negli allenamenti in palestra, tra le note musicali, nell’aiuto dato ai compagni e nelle sudate carte che hanno fatto grande l’umanità!”
Meraviglioso
RispondiEliminaOgni anno La Compagnia Instabile mette in scena una ventata di freschezza!!! :)
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