venerdì 6 marzo 2020

La scuola al tempo del coronavirus






Ho trovato questo post scritto da una insegnante - Carmen Coco - che rispecchia penso tutte le emozioni, il disorientamento, le ansie e il senso di impotenza che stiamo vivendo noi insegnanti in questi giorni. Trascrivo questo sfogo scritto dalla collega con il cuore perchè descrive con precisione certosina il nostro stato d'animo. 
Ma non ci arrendiamo: la nostra scuola, come molte altre in tutta Italia si sta attivando per non far perdere giorni preziosi di scuola ai ragazzi, per far pervenire alle famiglie un tipo di scuola diversa, ma presente... Nonostante tutto!  Stiamo tentando di attivare la scuola a distanza per sentirci vicini ai ragazzi e alle famiglie e sperando che al più presto si torni alla normalità. Ne abbiamo bisogno tutti!!!

Messaggio: "La scuola non si ferma" da parte Del Ministro dell'Istruzione rivolto ai ragazzi (clicca qui)



Ecco il testo della collega:
Sono molto STUFA ARRABBIATA E RAMMARICATA e come potrei non esserlo...

Le scuole sono chiuse e non lo sono perché c'è una festa, ma bensì un'emergenza. Un'emergenza di cui non vorrei parlare, perché non sono un medico o un virologo e comunque di questo virus ancora tante cose dobbiamo scoprire, sapere e capire. Se si sta affrontando l'emergenza in modo adeguato non lo so nemmeno, di certo c'è molto disorientamento e appaiono evidenti qua e là incompetenze e falle di ogni tipo.

Prima l'allarmismo mediatico, poi si è cercato, per non far affondare economicamente il Paese, di sminuire ed ora, temendo il collasso delle strutture sanitarie, si ricorre, penso tardivamente, alla chiusura delle scuole ecc ecc.

Il risultato finale è quello che noi docenti ci siamo beccati delle "inaspettate vacanze" e circolano audio inneggianti alla nostra gioia e messaggi di "congratulazioni ".
Ringrazio chi affettuosamente l'ha fatto nei miei confronti, ma sono veramente STUFA, ARRABBIATA E RAMMARICATA di sentire sempre parlare degli insegnanti come di una categoria che gode di tante vacanze a dispetto di tanti altri lavoratori e sentire, ancora una volta, denigrare la nostra categoria. Innanzitutto inviterei tutti i denigratori ad andare a confrontare i vari contratti di lavoro e magari potrebbero scoprire che le nostre ferie sono uguali a quelle di tanti altri che magari si possono permettere di fare più pause caffè-sigaretta durante le loro giornate lavorative a differenza di noi che non abbiamo, molto spesso nemmeno la possibilità di fare pipì e soffriamo tutti di cistite.
Chi non è mai entrato in una scuola non può capire quanto lavoro fai e come ne sei coinvolto.
Io non ho carte da sistemare e nemmeno timbri da apportare, non ho solo computer da leggere e davanti a me non ho muri di cemento da costruire. Con tutto il rispetto per ogni altro lavoro, di qualsiasi tipo, gli insegnanti e coloro che lavorano nella sanità abbiamo vite umane di cui occuparci. I medici curano le nostre ferite e i nostri malanni, tra loro eccellenze che ti ridanno la vita e magari altri che te la danneggiano, perché siamo tutti umani e in quanto tali agiamo tutti diversamente. Gli insegnanti non saremo tutti eccellenti educatori, ma sicuramente ci proviamo ogni giorno quando un bambino piange e cerca la mamma, quando un altro ha lo sguardo perso nel vuoto, quando qualcuno ha scatti di ira e quando per l'ennesima volta gli devi spiegare qualcosa che quella o quell'alunno distratto, assonnato, disorientato, non ha compreso.
Quando sei già uscita da casa con il mal di testa e tanti altri dolori, perché hai i tuoi problemi di salute e non senti nemmeno il parere del dottore, però a scuola ci vuoi andare perché i ragazzi ti aspettano e vuoi andare avanti con il programma e poi incasini i colleghi, e finalmente arrivi nella classe dove i 100 db sono stati abbondantemente superati, però...ti senti a casa tua.
Difficile trovare un un insegnante che non ami il proprio lavoro.
La giornata va avanti tra un sorriso e un rimprovero, e parli di seguito per moderare gli interventi, per spiegare, per coccolare, per prendere in mano le loro penne incurante di quanta saliva ci hanno spalmato sopra, perché loro sono come figli a te!
Organizzi il lavoro la sera prima, ti leggi mail di continuo per ogni necessaria organizzazione da affrontare a scuola nel corso della settimana, ti correggi i compiti in classe, anche di notte, se sei alle superiori, ti porti i lavoretti a casa se sei della Primaria e prima di dormire pensi come potresti aiutare e quale strategie utilizzare per aiutare quello o quella più difficile, ma che ti preoccupa più di tutti e che più degli altri ha bisogno di te.
E sempre pensi a quale responsabilità hai di fronte ad ogni volto, quando li porti in gita e quando li rimproveri e quando li incoraggi, quando gli dai indicazioni per la vita. Quando anche tu vai avanti nella tua vita e pur non portando lo zaino le tue spalle sono molto curve e non vorresti che loro lo vedessero e dunque ti metti la mascherina, lanci coriandoli e sorridi per sostenere la loro legittima leggerezza.
E sapete che per fare tutto questo io e tantissimissimi colleghi ci abbiamo messo decenni di precariato con tutto quello che questo ha comportato nelle nostre vite?
E sapete che ogni giorno di vacanza è una ricarica energetica come per tutti coloro che lavorano?
Ma oggi io non sono in vacanza e sono preoccupata per quello che sta accadendo e può accadere, io oggi sto cercando di organizzarmi, indipendentemente dalle direttive, su come fare arrivare ai miei alunni indicazioni sui compiti e inviare pensieri affettuosi e tranquillizzanti.
Mi dispiace per le famiglie che si devono organizzare, spero solo per questi 10 giorni, ma noi docenti avremmo voluto la solita routine.
Io al mio lavoro ci tengo e ai miei alunni ancor di più e se volete farvi un po' di vacanze pure voi, venite nelle scuole e lavorateci e scoprirete quanta fatica ci mettiamo, ma anche quanto amore c'è in tutto questo

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